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| | A due anni da “Il cuore muove”, terzo capitolo di una discografia iniziata con “Ti rincontrerò” del 2008 (anno del successo ad “Amici”) e proseguita con “La forza mia” del 2009 (anno del trionfo a Sanremo con la canzone omonima), Marco Carta torna protagonista delle classifiche (e dal 31 marzo anche della sfida fra i veterani di “Amici”) con il quarto album “Necessità lunatica”, che sarà pubblicato il 10 aprile da Warner Music.
Nella sua prima lunga pausa di riflessione Marco ha maturato nuove consapevolezze artistiche e umane. «Sono vorace delle emozioni che la vita mi regala quotidianamente. Il titolo “Necessità lunatica” esprime la mia esigenza di avere sempre nuovi stimoli e traguardi da raggiungere, come cantante e come uomo. Fortunatamente ho una vita ricca di amicizie e viaggi che allargano continuamente il mio orizzonte».
Nell'album “Necessità lunatica” l'emozione più intesa è indubbiamente il brano “Ti voglio bene” dedicato alla madre di Marco. «È morta a 26 anni, la mia stessa età oggi. È la prima canzone che le dedico, perché ho impiegato molto tempo a metabolizzare la sua assenza così improvvisa e prematura. Durante la registrazione mi sono bloccato spesso, travolto da tante emozioni, ma sono felice di aver fatto questo tuffo al cuore con triplo avvitamento carpiato. L'arrangiamento è un pop-rock con archi e pianoforte che crea un'atmosfera di struggente energia per dare vigore all'amore per mia madre e alla rabbia contro il Fato che l'ha strappata dalla mia vita».
Il primo singolo “Mi hai guardato per caso” (firmato dal duo autorale Camba-Coro come la maggior parte delle 12 canzoni, metà prodotte e arrangiate da Dado Parisini e l'altra metà dagli stessi Camba-Coro) è una ballad pop dagli accenti romantici, nella quale «l'interprete ha la tentazione di nascondere i propri sentimenti per non farsi male, però mette coraggiosamente a nudo la sua anima per non restare indifferente agli occhi della donna che ama e del mondo».
L'amore è il tema dominante dell'album “Necessità lunatica”. «È un disco molto autobiografico, perché figlio di un continuo confronto con i miei autori. Io non sono bravo a immedesimarmi nelle vite degli altri, così canto le emozioni e le esperienze che ho vissuto sulla mia pelle».
Filtrate dal timbro vocale che si fatto più scuro («Riesco ad arrivare più in alto e sento di essere più comunicativo, anche grazie al mio vissuto personale») prendono forma la ballad orchestrale “Scusami amore” e quella più pop-rock “Fammi entrare”; il pop-rock tormentato e orchestrale della titletrack “Necessità lunatica” e la classica ballad pop “Chiudi gli occhi”. L'impronta rock elettronica di “Parlami” è la frontiera verso territori sonori più ritmati: dal pop-rock di “Scelgo me” alle sonorità calde e gioiose della spensierata “Solo un ricordo ma immenso” e l'impronta hawaiana di “Ti sorriderò”; fino al pop retrò di “Ritorni mia” e la sorprendente “Due mondi opposti” con echi Anni 60 che, per l'interprete cagliaritano, sono una novità.
L'album “Necessità lunatica” chiude un primo cerchio del percorso artistico di Marco Carta, che è partito da “Amici” e al talent show di Maria De Filippi tornerà con le nuove canzoni. «Non nego che mi piacerebbe vincere anche questa volta, ma la cosa fondamentale è uscire a testa alta, lasciando a tutti un'ottima impressione. Voglio portare “Necessità lunatica” più in alto che posso, perché sono convinto che sia un disco che merita attenzione».
Le canzoni di “Necessità lunatica” con il commento di Marco Carta
SCUSAMI AMORE “Scusami amore se cadon le stelle Scusami sempre se son le più belle Metti la voce al silenzio del cielo Tienimi a terra se volo davvero Scusami amore se sposto i pianeti E se alla luna racconto i segreti Scusami sempre ma fallo col cuore Scusami prima di fare l'amore” Un inno al perdono. Alla riconciliazione. È il tentativo di far comprendere a una donna che si può condividere la vita, affrontando insieme ansie e timori che per natura ci assalgono. Cito grandezze astronomiche per esortarla a non avere paura di ritornare.
FAMMI ENTRARE “Come se non fossi tuo Quanto fa male questa malinconia Che non mi lascia più vivere, amore ho perso il senso Dammi tu la direzione che mi sento Come se non fossi tuo Quanto consuma questa lenta agonia Io non riesco a decidere, amore senza senso Resto ad una condizione, stare dentro di te Fammi entrare!” Un rapporto in cui non ci si riconosce più. Si resta insieme quasi per inerzia, perché manca l'entusiasmo iniziale. Al testo che descrive un amore incrinato, però, fa da contraltare l'energia della chitarra rock, che alimenta la speranza di uno sviluppo positivo. Anche la voce parte triste, poi scatena la rabbia per il desiderio di ricominciare.
MI HAI GUARDATO PER CASO “Sai mi sono innamorato di te Da quando mi hai guardato per caso Quell'aria un po' sicura di te Di chi non ha paura di niente Invece io ho paura Di rimanere appeso tra la gente Voglio urlare e conquistare la mia vita da sognare Fino a quando non sarò più trasparente” A volte cerchiamo di nascondere i nostri sentimenti per non farci male... per non rimanere in contrasto con l'amore... per la difficoltà di esprimere il nostro amore. Ma l'amore è più forte delle nostre paure e dichiararlo viene naturale, anche se non è facile descrivere un colpo di fulmine. E nei versi “quell'aria un po' sicura di te/di chi non ha paura di niente/e invece io paura ne ho” c'è tutto il coraggio di chi mette a nudo la propria anima pur di non restare trasparente agli occhi di lei e del mondo.
NECESSITÀ LUNATICA “Sei la canzone che non so cantare Quella ferita che non so guarire La cioccolata che mi fa godere O forse l'uva a cui non so arrivare Sei l'abitudine che non voglio avere Visto il dolore che mi fai provare Delle mie vite tu sei la peggiore Proprio per questo sei fondamentale... necessità lunatica” Un incontro casuale con la persona sbagliata. È la classica donna che ti rovina la vita, perché ti fa innamorare follemente e ti rende suo schiavo. Dietro il primo bellissimo bacio si cela una mangiatrice di uomini: la burattinaia che muove i tuoi fili.
TI VOGLIO BENE “Ti sento la notte mentre sto per dormire E mi lavo la faccia come mi hai insegnato a fare E prendo le cose solo di testa mia Anche se cado continuo, anche se manchi continuo Dai tuoi occhi ho imparato una cosa speciale Che ad esser se stessi non c'è niente di male E ti porto nel cuore, nella pelle e nel mondo Anche se sono arrabbiato Perché mi hai abbandonato Ti voglio bene, ti voglio bene” Un tuffo al cuore con triplo avvitamento carpiato. È la prima canzone che ricorda mia mamma: ogni gesto e insegnamento che mi ha lasciato. Questo brano è la storia della mia vita: c'è il mio carattere testardo, c'è la mia rabbia contro il destino che me l'ha portata via. C'è la sensazione di aver saltato una tappa nel giro della vita: essermi trovato improvvisamente adulto con qualcosa di fondamentale in meno... lei! È una canzone viva di energia, rabbia e tanto amore, che fa capire quanto mia mamma sia dentro me.
CHIUDI GLI OCCHI “Tu chiudi gli occhi e cercami Ricordati di quello che eravamo noi Lasciati volare via Portami con te dovunque andrai E piangerò se piangerai Dammi amore senza dirlo mai” Una storia d'amore finita... forse. Si ricorda quello che è passato nella speranza di farlo tornare: la gioia dei momenti magici vissuti insieme e il dolore per averli perduti. Il testo è un ripetuto tentativo di farla tornare sui suoi passi e ridare vigore alla relazione.
PARLAMI “Parlami amore fallo per ore Stingimi come Con le parole Non puoi Le mie mani Come un vestito E vedrai... Da domani Ti tolgo il fiato!” Una coppia di teenager alle prese con la primissime malizie di un rapporto a due. Un testo infarcito di doppi sensi per raccontare le nuove esperienze che si vivono in quella che una volta si chiamava “cotta”, dove si crea una sorta di piacevole dipendenza fra i due.
SCELGO ME “Non guardarmi così, che mi fai intimidire Che non riesco nemmeno a parlare Sono fatto a misura per avere paura Ma se voglio ti posso mangiare Ti ho concesso anche troppo Esco ma torno presto Però stavolta ti prego vai via...vai via” Quando ci si è amati troppo, fino a consumarsi, bisogna ammetterlo e dire basta. Quando troppo si è dato, troppo si toglie. È un amore logorato dal tempo e dalla monotonia, fino al punto non c'è più nulla da dire e da prendere. Resta solo “un mare di cenere che io mi lascio alle spalle”. Eppure... I versi “ma se voglio ti posso mangiare...esco ma torno presto” potrebbero rappresentare un'evoluzione positiva. Una speranza minima, ma che spinge a lottare ancora. È complicato trovare l'accordo perfetto, ma chissà...
SOLO UN RICORDO MA IMMENSO “Voglio riniziare completamente Riscrivere la mia pagina continuamente Potermi innamorare definitivamente Finché tutto avrà preso il suo senso Finché tu non sarai...solo un ricordo ma immenso” Un inno alla primavera dell'uomo. Un brano spensierato sulla voglia di rinascere. Riappropriarsi della propria vita e dedicarsi maggiormente a se stessi. C'è anche il ricordo sereno di una persona che non cammina più al nostro fianco.
TI SORRIDERÒ “Ti sorriderò, ti sorriderò, ti sorriderò E tutto cambierà Ti sorriderò, ti sorprenderò, ti solleverò Da ogni tua fragilità E costruirò una casa solo per te Ti vestirò da sposa solo per me Però comunque vada...sarà tutta una sorpresa” Amore allo stato puro. Si è avverato il sogno di trascorrere la vita al fianco della persona amata e lui promette solennemente di ricoprirla d'amore e di attenzioni per il resto dei loro giorni insieme. È il classico “e vissero tutti felici e contenti”.
RITORNI MIA “Portami ancora lontano, e prendimi per mano Riconquistarti in un prato, e ridere con te di tutto quanto Mentre la vita ci scorre via, tu ritorni, ritorni mia Che grande errore sarebbe perdersi” Il protagonista è un uomo che vorrebbe chiedere scusa, ma è troppo orgoglioso per farlo, così si giustifica asserendo che sbagliare è nella natura umana. Ha un atteggiamento un po' bullesco: si affida al Fato, sicuro che lei tornerà sua per la forza dell'amore.
DUE MONDI OPPOSTI “Se non ti ho avuta mai è perché ho perso un anno intero A risolvere tutti i miei guai Se non ti ho avuta mai è grazie alla tua amica stronza che ride ogni volta di me Agosto è sabbia sulla tua gonna bianca ed io non ci sarò Detesto il mare le spiagge nel sole lo so siamo diversi Io no non posso averti mai” Non ho mai cantato una canzone simile: ricorda le ballate degli Anni 60. Ironizza su un ragazzo sfigatissimo, bruttarello e sfortunato, che naturalmente si innamora della ragazza più bella. E per un anno passa guai incredibili, finché finalmente realizza che è meglio girare alla larga da lei.Fonte: facebook.com/marcocartaofficialpage
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